Il Portogallo… terra di scoperte, terra del Fado, della buona cucina molto simile alla nostra, terra di innovazione e soprattutto ricca di potenzialità e in continua crescita.
Per quanto riguarda la formazione in “Medicina”, esistono 8 facoltà, 3 nei grandi centri di riferimento nazionale, dislocati nelle principali città del Paese: Lisbona (la capitale), Coimbra (città universitaria per eccellenza) e Porto.
L’accesso alla facoltà di medicina avviene tramite un concorso nazionale: sulla base del voto di diploma della scuola superiore e del risultato dell’esame d’accesso viene stilata una graduatoria di merito nazionale in base alla quale i singoli studenti possono scegliere la sede universitaria nella quale iscriversi. Le sedi più gettonate sono Coimbra e Lisbona, per entrare nelle quali il punteggio che si registra in media è di circa
18/20 (equivalente ai 95/100 Italiani). Il corso di laurea in Medicina e Chirurgia ha durata pari a 6 anni, ma è strutturato in modo completamente differente rispetto all’Italia, articolandosi in “aule” (lezioni) teoriche e pratiche. Nei primi anni le lezioni frontali sono di norma tenute durante il mattino, le pratiche nel pomeriggio, negli anni successivi il contrario.
I docenti sono professori universitari. Gli studenti nelle “aule pratiche” vengono suddivisi in “turmas”, ossia in gruppi di 15-20 “alunni”. Le lezioni pratiche a partire dal secondo anno si svolgono nei vari reparti dell’ospedale universitario, assimilabile ai nostri Policlinici, a livello dei quali il gruppo iniziale viene ulteriormente suddiviso in sottogruppi di 5 studenti, facenti riferimento ad un responsabile che li supervisionerà per tutta la durata del semestre.
Inoltre, all’interno di ciascun gruppo gli studenti individuano un rappresentante/portavoce che all’inizio dell’anno si riunisce assieme agli altri rappresentanti con i professori delle singole materie al fine di organizzare gli aspetti pratici della didattica: adozione dei libri di testo, condivisione delle dispense e degli
appunti (che vengono successivamente messi in condivisione tramite la copisteria della Facoltà presso cui gli studenti si rivolgono per acquistare copia del materiale di studio). In questo modo gli studenti confrontano le loro esigenze con quelle dei professori ed hanno tutti eguali opportunità di accesso al materiale didattico.
Le sessioni degli esami (2 appelli per sessione) sono calendarizzate a febbraio e giugno: le prove teoriche sono per la maggior parte sostenute attraverso compiti scritti a risposta multipla (uguale per tutti), mentre quelle
pratiche consistono in colloqui orali su casi clinici. Questo per i primi 5 anni di corso. Nel sesto anno non sono previste né lezioni frontali né esami, ossia lo studente, sempre sotto affidamento ad un tutor, “lavora” in corsia secondo un meccanismo di rotazione, vivendo ed immedesimandosi nella quotidianità e nei ritmi dei
vari reparti (chirurgia, medicina interna, pediatria, psichiatria, area dell’emergenze inclusa). Al termine del sesto anno viene discussa una tesi di revisione o sperimentale.
L’ingresso nella specializzazione avviene attraverso un concorso nazionale annuale, fissato orientativamente nel mese di novembre. Il libro di testo di riferimento per la preparazione al concorso, consistente in una prova a quiz (100 domande a risposta multipla), è l’Harrison.
Dopo aver sostenuto il concorso tutti i medici risultati idonei rientrano in quello che viene definito “anno comune”, ossia un anno di corso uguale per tutte le specializzazioni, durante il quale si lavora in diversi ambiti secondo un meccanismo di rotazione standardizzato (medicina interna, pediatria, chirurgia e
“medicina familiare”); il rapporto di lavoro è disciplinato da un contratto a “termine incerto”, l’equivalente al nostro contratto a tempo determinato, della durata di un anno, con uno stipendio mensile pari a circa 1.200 euro. Al termine dell’anno comune, facendo riferimento alla votazione originariamente conseguita col concorso, viene stilata una graduatoria nazionale sulla base della quale ciascun medico idoneo effettua la
scelta della scuola di specializzazione e della sede. Così facendo, dunque, in linea teorica, ma anche in pratica, tutti possono avere accesso alla specializzazione, per quanto non sempre è possibile trovare disponibile l’opzione primaria.
Dopo aver effettuato la scelta della specialità, si inizia a lavorare come medico specializzando, titolare di un contratto a tempo determinato per tutta la durata della specializzazione. L’impegno è pari a 40 ore settimanali, 12 delle quali di urgenza obbligatorie.
Il rapporto viene distinto in 1) “protocollato” – prevede l’esclusività di rapporto in cambio di un bonus mensile di 700 euro – attraverso il quale lo specializzando resta vincolato all’ospedale, non potendo esercitare attività libero professionale o privata, ed in 2) “ordinario” – lo specializzando non ha esclusività di rapporto – nel quale, previa autorizzazione da parte della direzione dell’ospedale, è possibile esercitare
attività libero professionale.
Il contratto riconosce sino a 5 settimane di ferie all’anno, mentre i giorni di malattia vengono pagati solo a partire dal terzo giorno. La retribuzione base ammonta a 1.300 euro mensili, e si riferisce a 40 ore settimanli, delle quali 12 ore obbligatorie, previste dal programma di formazione, che si espletano durante i giorni feriali (includono le guardie diurne e notturne, in quest’ultimo caso si percepisce un bonus per ore “scomode” pari a circa 60 euro a guardia), alle quali si aggiungono le ore straordinarie retribuite come tali e espletate durante i giorni festivi, sia per servizio di urgenza (prestazioni in pronto soccorso sui pazienti “smistati” alla medicina interna) che di urgenza interna (guardia medica in reparto), ovvero tutte le ore di lavoro in guardia o in pronto soccorso che vanno oltre le predette 12 ore obbligatorie. Usualmente uno specializzando espleta in pronto soccorso le 12 ore settimanali obbligatorie (comprese nei 1.300 euro mensili) e in più un turno di 24 ore durante il fine settimana una volta al mese e un altro turno al mese di 12 ore come urgenza interna, arrivando a guadagnare sino a circa 2.000 euro al mese. Si consideri che la retribuzione deve essere considerata in proporzione al costo della vita che in Portogallo è inferiore all’Italia.
Si deve sottolineare, in conclusione, che lo specializzando riceve una formazione davvero globale, nella misura in cui l’attività ordinaria di reparto è completata da quella altamente professionalizzante in pronto soccorso.
Per ulteriori approfondimenti, si invita ad inviare una E-mail a portugalmedicine@gmail.com o a consultare i seguenti link:
– Facoltà di medicina di Coimbra: www.uc.pt/fmuc
– Concorso di accesso alla specializzazione: 1 e 2
– Ordine dei Medici Nazionale: www.ordemdosmedicos.pt
“La medicina è un’arte che esercitiamo in attesa di scoprirla” (Émile Deschamps).
Giovanni Cerullo