Tale previsione, in un contesto generale di stallo della crescita economica del nostro Paese, che si ripercuote pesantemente nel mercato del lavoro delle professioni senza risparmiare l’ambito medico, nei fatti renderebbe ancora più svantaggioso per i giovani medici l’esercizio della libera professione o l’erogazione di prestazioni professionali sotto rapporti di tipo convenzionale, peraltro in una fase della vita in cui si effettuano i primi investimenti in dotazioni strumentali e si aspira a concretizzare una dimensione familiare, ricorrendo a forme di prestito sempre meno agevolate e sempre meno accessibili. Un significativo innalzamento ex abrupto dell’aliquota contributiva rappresenterebbe un’ulteriore barriera posta all’ingresso ed all’esercizio in autonomia della professione medica, acuendo nei fatti il conflitto intergenerazionale.
<<Abbiamo chiesto al Ministro Fornero di avviare una riflessione specifica sull’attuale assetto previdenziale dei medici, scongiurando i pericoli paventati ai danni dei giovani conseguenti all’adozione di alcune misure presenti nel Decreto Salva Italia. – afferma Walter Mazzucco, Presidente Nazionale del S.I.G.M. – Chiediamo, altresì, che si avvii uno studio finalizzato all’adozione di provvedimenti specifici per sostenere il futuro previdenziale delle giovani generazioni di medici, a partire dal periodo del percorso obbligato della formazione specialistica, caratterizzato da un duplice ed iniquo inquadramento in ENPAM e nella Gestione Separata INPS>>. Si ricorda, infatti, come il percorso formativo pre e post lauream del medico sia caratterizzato da un’eccessiva estensione, peraltro scandita da improduttivi tempi morti, che ritarda per default l’accesso alla professione dei giovani medici Italiani rispetto ai pari età degli altri Paesi UE, differendo al contempo la possibilità di gettare le basi contributive per la costruzione di un solido futuro previdenziale.
Il Consiglio Esecutivo SIGM