La Commissione ministeriale, all’interno della quale siede un delegato del SIGM che è rimasto in stretto contatto con il Comitato, ha esitato a fine luglio, in meno di un mese, una proposta di modifica del regolamento che recepiva le istanze del movimento Pro Concorso Nazionale e che è adesso al vaglio del Ministro dell’Università. In verità, la Commissione ha lavorato sul testo base predisposto nei mesi precedenti dalla Direzione Generale per l’Università del MIUR, già sottoposto al vaglio dei rappresentanti del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), del Consiglio Nazionale Studentesco Universitario (CNSU), della Conferenza permanente dei Presidi delle Facoltà di Medicina e delle associazioni di categoria, che è stato oggetto di rivisitazione ed ottimizzazione ad opera della Commissione, eliminando tutti gli elementi che si prestavano a discrezionalità (vedasi ad esempio l’estinzione della seconda prova e la proposizione di un’unica prova a quiz articolata in una parte generale ed una parte specialistica), ma lasciando alle commissioni locali delle competenze istruttorie nell’attribuzione di un punteggio standardizzato a livello nazionale per i titoli valutabili (si sottolinea che nessuna penalizzazione è stata mai prevista per i fuori corso).
In data 9 settembre 2013 è stato compiuto un passo decisivo in Consiglio dei Ministri, su iniziativa del Ministro Carrozza, con l’istituzionalizzazione della graduatoria nazionale attraverso una modifica della Legge nazionale di riferimento (D.Lgs 368/1999), introdotta per il tramite di uno specifico articolo (art. 21) al Decreto Legge (DL) su «Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca». Come è noto, un Decreto Legge ha applicazione immediata dal momento di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, fermo restando le prerogative del Parlamento di poter intervenire a modificarne il testo in sede di conversione in Legge dello stesso, ovvero entro i 60 giorni previsti per il passaggio alle Camere (approfondimento –> Cos’è un Decreto Legge? http://it.wikipedia.org/wiki/Decreto-legge).
Per inciso, in mancanza della conversione in Legge da parte del Parlamento, il decreto legge decadrebbe (ma non si ritiene che tale ipotesi possa concretizzarsi, vista la portata del DL che introduce importanti innovazioni in tema di istruzione, università e ricerca). Peraltro, si confida a maggior ragione in un felice esito dell’iter di conversione in quanto nei mesi scorsi una delegazione dei Giovani Medici (SIGM) e del Comitato Pro Concorso è stata ricevuta dai Presidenti delle Commissioni tematiche di Camera e Senato, ai quali sono stati presentati gli effetti positivi dell’introduzione di un concorso a graduatoria nazionale. Si ricorda, inoltre, che qualora dovesse per qualche ragione terminare l’attuale esperienza di Governo o laddove le Camere dovessero essere sciolte, tale provvedimento potrebbe comunque essere convertito da Camera e Senato, rientrando nei poteri di “prorogatio” delle attività parlamentari.
In sintesi, è manifesta la volontà del Governo di istituzionalizzare un Concorso a Graduatoria Nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione di medicina con probabile applicazione già dal prossimo anno accademico 2013-2014. È, infatti, opportuno ragionare in termini di probabilità in quanto il Parlamento potrebbe legittimamente modificare il testo dell’articolo 21 del DL, il che non ci permette di escludere a priori uno slittamento dei tempi di applicazione, situazione che speriamo non si verifichi e che faremo del tutto per scongiurare.
Allo stato attuale, leggendo letteralmente il testo del DL, ed integrandolo col vecchio testo del D.Lgs 368/1999, le modifiche introdotte manterrebbero inalterato lo svolgimento delle prove a livello locale in una medesima data per ogni tipologia, con contenuti definiti a livello nazionale, lasciando intravedere, di contro, che una commissione (non più giudicatrice) sarà posta a capo delle procedure concorsuali a livello centrale (non è ben chiaro se vi sarà una sola commissione nazionale ovvero più commissioni nazionali, una per ciascuna tipologia). I punteggi delle prove saranno attribuiti secondo parametri oggettivi ed appositi punteggi saranno assegnati, parimenti secondo parametri oggettivi, al voto di laurea ed al curriculum di studi (vista la portata nazionale della commissione è verosimile attendersi, anche per ragioni meramente organizzative, che il campo degli elementi valutabili si restringa al voto di laurea ed alla media dei voti delle materie sostenute, probabilmente aggiustati per percentili per eliminare le differenze interatenei). All’esito delle prove verrà formata una graduatoria nazionale in base alla quale i vincitori saranno destinati alle sede prescelta, in ordine di graduatorie per tipologia.
Restano da chiarire i tempi di applicazione degli effetti della norma, che sono funzione sia del citato iter Parlamentare sia dei tempi tecnici necessari ad esitare le modifiche all’attuale Regolamento concernente le modalità per l’accesso alle scuole di specializzazione mediche, che dovrà essere sottoposto al vaglio del Consiglio di Stato e quindi adottato a mezzo di apposito Decreto Ministeriale (DM). Atteso che il comma 2 dell’articolo 36 del D.Lgs 368/1999 afferma che “nelle more dell’adozione” del decreto ministeriale predetto “si applica l’articolo 3 del D.Lgs n. 257 dell’8 agosto 1991”, che in pratica rimanda al Regolamento attualmente in vigore (DM n.172 del 6 marzo 2006), come anticipato prima, non si può escludere che, in caso di tempi lunghi nella implementazione del nuovo regolamento, l’anno accademico 2013/2014 possa subire uno slittamento ulteriore rispetto ai ritardi ormai consolidati registratisi negli anni, ovvero che il concorso a graduatoria nazionale possa trovare applicazione nell’anno accademico 2014/2015 (la logica potrebbe essere quella di avere più tempo per implementare il deficitario capitolo di spesa dei contratti di formazione, ovvero di utilizzare unitamente i fondi del 2013/2014 a quelli del 2014/2015, atteso che l’attuale capitolo di spesa permetterebbe di finanziare soltanto 2800 contratti per anno). (N.B.: stiamo ragionando a voce alta su tutte le possibili ipotesi di scenario, alla luce degli elementi attuali. Su tali aspetti non ci sono ancora posizioni ufficiali del Ministero). In ogni caso, il SIGM non avallerebbe mai tale ipotesi, semmai sarà paventata, e, anzi, ha già chiesto che, nelle more della conversione parlamentare, il MIUR riadatti ed esiti la nuova bozza di Regolamento e la invii in tempi brevi al Consiglio di Stato, riservandosi di integrare in un secondo tempo eventuali ulteriori modifiche apportate al testo del DL dalle Camere. In tal modo si avrebbero maggiori probabilità di adottare la graduatoria nazionale dall’anno accademico 2013/2014 senza ritardo alcuno.
Forte, inoltre, è l’azione che la Commissione Ministeriale sta esercitando sulle Istituzioni competenti per richiedere la implementazione del capitolo sui contratti (tanto per i medici che per i non medici). (N.B.: si ricorda che tra le richieste avanzate dalla mobilitazione nazionale “Giovani Medici Day” una delle principali è stata quella di chiedere di incrementare i finanziamenti per i contratti di formazione per gli aspiranti specializzandi).
Per quanto concerne, infine, le modalità di selezione ed i titoli valutabili, occorrerà attendere la definizione dell’iter Parlamentare e l’eventuale introduzione di modifiche al testo. Qualora ad esempio dovessero essere reintrodotte le commissioni locali a supporto della neo-istituita commissione nazionale (come spiegato sopra), allora queste, beninteso sempre in maniera oggettiva e standardizzata, potrebbero essere chiamate ad attribuire un punteggio ai parametri curriculari che qualifichino e valorizzino il percorso di studio dello studente ai fini della selezione per la tipologia di specializzazione prescelta, come previsto dalla bozza di Riforma esitata dalla Commissione ministeriale. A tal proposito, nella seduta del 9 settembre 2013, la Commissione, coerentemente al lavoro espletato, ha approvato all’unanimità una mozione in tal senso indirizzata al Ministro. Ma su tale punto è giusto rimarcare come adesso qualsiasi decisione sia esclusivamente nelle competenze del Parlamento.
Vi informiamo, che il SIGM, nel frattempo, in ragione della prossima istituzione della graduatoria nazionale, che verosimilmente determinerà anche un sensibile incremento dei medici specializzandi “fuori sede”, ha reiterato la richiesta al MIUR (LEGGI LA RICHIESTA QUI) di sollecitare gli Enti Regionali per il Diritto allo Studio Universitario, affinchè ricomprendano gli iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria ai fini dell’accesso ai servizi erogati anche attraverso la stipula di convenzioni tra i predetti Enti e le Aziende Ospedaliere. D’altro canto, bisognerà entrare nell’ordine delle idee che il periodo della formazione specialistica, peraltro retribuito, deve essere visto come un investimento fondamentale per la crescita professionale del medico e futuro specialista ed, in tal senso, cambiare sede di residenza per formarsi può rappresentare un vantaggio. In ogni caso, chi per merito si posizionerà in posizione utile in graduatoria, potrà sempre optare liberamente per le sede universitaria di residenza.
In conclusione, non possiamo che accogliere con soddisfazione una nuova modalità di accesso alle scuole di specializzazione di area sanitaria che miri a valutare i candidati secondo parametri che superano ogni margine di discrezionalità, pur sempre nella consapevolezza che la selezione a quiz (che a differenza del passato non saranno noti, ma saranno forniti i necessari riferimenti bibliografici per la preparazione dei candidati, e che saranno strutturati in modo da valutare le capacità di ragionamento clinico, diagnostico e terapeutico, così come avviene in altre realtà straniere evolute) presenta per definizione dei limiti. Con la graduatoria nazionale si profila una vera e propria rivoluzione culturale all’interno della Professione medica, che indurrà i giovani medici aspiranti specializzandi a guardare più alla necessità del sistema (formativo e sanitario) del nostro Paese piuttosto, mettendosi alle spalle la logica del compromesso e del “mettersi in fila” (la graduatoria nazionale dovrebbe eliminare le così dette liste d’attesa che si vengono a creare per lo più nei mega atenei). Dalla volontà di cambiamento, dall’intelligenza e dalla responsabilità che sempre più dovranno guidare l’autodeterminazione del futuro delle giovani generazioni di medici passerà anche gran parte del futuro della nostra sanità, che è sempre più prossima a lambire il limite dell’insostenibilità. Confidiamo che le residue resistenze al cambiamento, dettate per lo più dall’interesse dei singoli, lascino il campo all’innovazione del sistema, nell’interesse di tutti, anche di quanti si sentivano il “posto di specializzazione garantito”.
Rimandandovi ai prossimi aggiornamenti, il SIGM si impegna a seguire l’iter ed a sollecitare le competenti Istituzioni a fornire il prima possibile indicazioni certe a chi si appresta ad usufruire degli effetti della riforma, in modo che gli aspiranti specializzandi possano orientare per tempo le loro scelte ed il rispettivo proprio profilo curriculare.
Il Consiglio Nazionale SIGM