INTERPRETAZIONI “CREATIVE” DELL’ACN AGGRAVANO CRISI OCCUPAZIONALE TRA I GIOVANI MEDICI!

Nel particolare, lo scorso 24 Aprile 2013, l’Assessorato Regionale alla Sanità delle  Sardegna, di concerto con le maggiori sigle Sindacali di categoria, ha definito una nuova linea interpretativa dell’ACN per il conferimento di incarichi provvisori delle guardie mediche (incarichi trimestrali) in apparente contrasto con la normativa vigente (Art. 70 dell’ACN 2009 e art. 19 dell’AIR 2010). I contenuti di tale accordo Regione-Sindacati prevedono un incremento del monte orario settimanale dei medici titolari da 24 a 38 ore. In tal modo si assisterebbe – ed in alcune ASL Sarde si sta già verificando – ad una significativa riduzione degli incarichi trimestrali presso le sedi vacanti, che rappresentano la principale e spesso unica fonte di reddito per i giovani medici precari della Regione Sardegna, ovvero per tutti i giovani medici in attesa di continuare il percorso formativo all’interno di una scuola di specializzazione e per i colleghi neo-specialisti in attesa di un’occupazione stabile. Il SIGM Cagliari ha lanciato un sondaggio on-line al fine di informare e coinvolgere tutti i colleghi penalizzati dall’accordo (vedi la notizia sul web), raggiungendo in pochi giorni circa 200 adesioni.

A prescindere dalla corretta interpretazione della norma, i Giovani Medici (SIGM) Sardi manifestano il loro disappunto per un accordo inaccettabile dal punto di vista deontologico e morale, che avvantaggia una parte della categoria medica già tutelata e con una stabile occupazione a scapito dei giovani medici precari, creando disoccupazione laddove non ce ne dovrebbe essere. La Sede Provinciale S.I.G.M. di Cagliari ha richiesto l’urgente intervento dell’Assessorato alla Sanità e degli Ordini Regionali.

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Quello della Sardegna non è purtroppo un caso isolato, infatti, sono pervenute segnalazioni anche dalla Campania, Regione presso la quale, nel contesto del nuovo Accordo Integrativo Regionale, pubblicato sul BURC del 22/08/2013, sono stati riformulati alcuni aspetti del contratto collettivo di lavoro, in contrasto con quanto sancito dall’ACN.                         In particolare, il rapporto tra Medici di medicina generale e cittadini assistiti passa da 1 ogni 1000 a 1 ogni 1300 abitanti; inoltre, è stato sancito che i medici di guardia che lavorano all’interno della continuità assistenziale possano avere un incarico nell’ambito della Medicina Generale sino ad un massimo di 850 assistiti, contro il limite di 650 previsto dal comma 5 dell’art. 65 dell’ACN vigente. Tale deroga è applicabile esclusivamente per i medici di Assistenza Primaria appartenenti a forme associative di cui all’art. 54 come disciplinato dall’ACN o AIR vigente.

Si ritiene pertanto che l’accordo pubblicato sul BURC del 22.08.2013 rappresenti un ulteriore  aggravamento della già di per sé grave congestione nell’inserimento al SSN dei giovani medici, vittime di una programmazione del fabbisogno regionale di medici priva di alcun criterio metodologicamente fondato e che, nel corso degli anni, ha provocato un effetto ad imbuto per il quale, a fronte di un incremento del numero di iscritti ai Corsi di Laurea, si è registrata una sensibile riduzione dei contratti destinati alla formazione post lauream ed un successivo sbarramento dato dal blocco del turn over e di tutte le forme di collaborazione con il SSR della Campania.

Ciò è reso ancor più grave alla luce delle recenti indagini Exposanità, che hanno elaborato i dati derivanti dai questionari Almalaurea somministrati ai giovani medici a distanza di un anno dalla laurea, dai quali si evince come i giovani medici laureati in Campania abbiano una percentuale di occupazione inferiore del 20% rispetto alla media nazionale con una retribuzione media al di sotto di 1000 euro mensili.

Quanto richiamato, secondo i Giovani Medici Campani, conferma la tendenza all’adozione di politiche professionali a svantaggio dei giovani medici, in linea con logiche gerontocratiche che non considerano la grave situazione in cui versa la Sanità Campana: l’enorme flusso di “giovani menti”, costrette a scegliere di emigrare all’estero, impoverisce la qualità dell’assistenza sanitaria, ingenerando di conseguenza il fenomeno della migrazione per cure mediche dei cittadini campani verso le Regioni del nord Italia

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