Martedì 3 giugno alle ore 13:00 una delegazione del SIGM, composta da Gianluca Albanese, Amministratore Nazionale e referente per il Dipartimento Specialisti, Walter Mazzucco, Presidente Nazionale e Carlo Manzi, Vice Presidente ha partecipato all’incontro di presentazione del DPCM “salva precari”, che si è tenuto presso il Ministero della Salute. L’incontro è stato presieduto dal Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, e dai dirigenti degli Uffici preposti del Ministero, ed ha registrato la partecipazione di tutte le sigle sindacali. Il SIGM ha rappresentato per la prima volta la componente giovane della Professione, pur non essendo un’organizzazione sindacale.
Il MEF ha apportato sostanziali modifiche alla bozza originaria del testo del DPCM, già condivisa a dicembre con le sigle sindacali, nel merito delle quali si è discusso nel corso dell’incontro. In sostanza, le modifiche garantirebbero l’accesso ai concorsi riservati (in misura del 50% del totale) a tutti quei medici con contratto a subordinato a tempo determinato che abbiano prestato servizio anche non continuativo di almeno tre anni negli ultimi cinque anni, e lo slittamento delle graduatorie per i vincitori e gli idonei laddove si fosse già espletato un concorso, escludendo, di fatto, i contratti “atipici” (co.co.co., co.co.pro., 15 septis apicali ecc.) e fermo restando i limiti di spesa delle singole Regioni. Inoltre, le modifiche del MEF, seguendo una logica prettamente di tipo economico finanziario, non prendono in considerazione, come presupposto fondamentale, il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza – LEA. Le modifiche proposte dal MEF, pertanto, non terrebbero nel dovuto conto il numero di operatori sanitari necessari per il mantenimento di prestazione assistenziali essenziali.
È stata, inoltre, richiesto di fare una riflessione a favore della consistente quota di precari con contratti atipici, che rimarrebbero fuori da tale intervento normativo.
La riunione si è conclusa con la proposta da parte delle sigle sindacali di retrocedere al vecchio DPCM approvato a dicembre o di procedere parallelamente, su altri tavoli già attivati, con provvedimenti a favore delle categorie di medici escluse.
In questo contesto, la delegazione del SIGM è intervenuta, facendo presente che tutti i precari da più di 36 mesi hanno diritto alla stabilizzazione, diversamente sarebbero legalmente autorizzati a fare appello presso i tribunali competenti. Inoltre, si è fatto un accenno al percorso formativo degli specializzandi nel SSN (DDL Lorenzin) e il SIGM ha ribadito che gli specializzandi, fermo restando l’utilità di ampliare la rete formativa con strutture d’eccellenza del SSN, non dovranno mai essere considerati sostitutivi del personale di ruolo (D.Lgs. 368/99), altrimenti le Regioni li utilizzeranno per coprire le falle del sistema e riducendo al minimo le possibilità di stabilizzazione dei precari (già titolari di contratti a tempo determinato e di contratti atipici), nonché di assunzione dei futuri specialisti, arrecando un grave vulnus a tutte le nuove generazioni di medici.
Esprimiamo altresì grande preoccupazione per tutti quei precari che rischiano oggi di perdere il lavoro perché prorogati per brevi periodi di tempo, proprio perché in vista della approvazione definitiva del DPCM che avrebbe sancito la loro stabilizzazione e che per ora viene a cadere per mancanza di presupposti che finalmente avrebbero sancito la dignità dei lavoratori.
Il Dipartimento Specialisti del SIGM continuerà a seguire gli sviluppi della vicenda ed a tal proposito chiede a quanti fossero interessati di contattare i colleghi Gianluca Albanese (gianlucaalba15@hotmail.com), Carlo Manzi (carlomanzi@live.it), Antonio Carnì (antoniocarn@gmail.com) e Salvatore Marafioti (salvatore.marafioti@gmail.com) anche al fine di creare un coordinamento nazionale.