Cari Colleghi,
diamo notizia del fatto che la Direzione Generale per la Salute – Servizio Organizzazione e Politiche delle Risorse Umane della Regione Molise ha provveduto a riconvocare la Commissione d’esame preposta all’espletamento delle selezioni per l’acceso al corso regionale di Medicina Generale, al fine del riesame di tutti gli elaborati concorsuali e degli atti conseguenti, nonché della eventuale revisione della graduatoria di merito del concorso. Ciò a seguito del verificarsi di una possibile erronea attribuzione del punteggio da parte della Commissione di esame alla prova di alcuni candidati, i quali hanno richiesto ed effettuato la visione della documentazione concorsuale. Sembra che in un caso, a seguito di verifica, ad un candidato sia stata riscontrata l’assegnazione di un punteggio inferiore di ben 12 punti rispetto a quello realmente conseguito! Al di là delle indiscrezioni circolanti, esprimiamo compiacimento per la decisione assunta dalla Regione Molise, “in via di autotutela ed al fine della trasparenza e della buona amministrazione”, di riconvocare la Commissione di esame per fare chiarezza e per adottare gli eventuali provvedimenti del caso.
Purtroppo, a fronte di questo esempio di “buona amministrazione”, si contrappongono episodi poco commendevoli. Alcuni candidati di altre Regioni, infatti, ci riferiscono che, nel richiedere di prendere visione del proprio elaborato, sarebbero stati sconsigliati dal farlo in via formale, anche per evitare di incorrere in “onerose” spese amministrative, venendo proposta loro in alternativa una consultazione informale di una parte degli atti. Ci è stato altresì riferito che l’amministrazione abbia addirittura tentato di far passare il messaggio che l’accesso agli atti sia quasi una concessione e non un diritto del concorrente, condendo tali tentavi non consoni ad una pubblica amministrazione con affermazioni tendenti ad alludere a prossime querele dei candidati che hanno segnalato disservizi e presunte irregolarità (ma come potrebbero chiamare in causa candidati le cui generalità non sono state fornite?), o addirittura paventando l’ipotesi che la nostra Associazione abbia posto in essere un’opera di condizionamento nei confronti dei concorrenti, inducendoli a diffidare del regolare svolgimento delle prove. Certamente, il quadro appare a dir poco surreale se si considera poi il recente ulteriore maldestro tentativo di dissimulazione, ad opera di alcuni sindacalisti, finalizzato esclusivamente a screditare la nostra Associazione, addebitandole una “ipotesi di manovra organizzata” per finalità strumentali. Su tale episodio ci asteniamo da ogni ulteriore commento, avendo dato mandato ai nostri legali di verificare se sussistano i presupposti per sporgere denuncia per diffamazione. Ci limitiamo soltanto ad osservare che trattasi di sindacalisti della stessa compagine che, all’indomani del 17 settembre 2014, si è prodigata nel tentativo di sminuire la portata degli eventi, mettendo in dubbio implicitamente la genuinità e la spontaneità della protesta esplosa sul web in maniera virale, al punto da essere oggetto di attenzione da parte della stampa e delle televisioni nazionali.
Dal sindacato ci si sarebbe aspettato solidarietà e vicinanza per il disagio di migliaia di giovani medici aspiranti corsisti di medicina generale, che vivono nell’incertezza creata dalla non ottimale organizzazione e gestione delle prove concorsuali. Ci si sarebbe parimenti atteso una seria disamina sulle numerose criticità evidenziate in riferimento alle attuali modalità di selezione, spendendosi per cercare di migliorare e rendere più trasparente il concorso, almeno per il futuro. Invece, è stata messa in campo una strenua difesa dello status quo, ovvero di un sistema del quale i sindacati fanno parte a pieno titolo, nella misura in cui “la Commissione d’esame per l’ammissione al corso è composta dal Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi del capoluogo di Regione o suo delegato che la presiede, da un primario ospedaliero di medicina interna designato dalla regione, da un medico di medicina generale designato dall’ordine e da un funzionario amministrativo regionale con funzioni di segretario” (Art. 29 D.Lgs 368/1999 e smi). Ed i sindacati, come è noto, sono i principali “azionisti” degli Ordini Provinciali e quindi delle Commissioni di selezione (basti fare una semplice ricerca sul web per trovare i riscontri del caso). Per di più, non possiamo mancare di ricordare come, nei frangenti iniziali, si sia addirittura avuto l’ardire di ipotizzare il configurarsi del reato di favoreggiamento per quanti tra i candidati, avendo avuto conoscenza di irregolarità, non avessero sporto denuncia, quasi intendendo implicitamente indurre le parti lese a desistere dal pretendere delle selezioni meritocratiche. Eppure, sono sotto gli occhi di tutti le lacune di un sistema di selezione che, in quasi tutte le Regioni, è risultato disarmante per le criticità di seguito registratesi:
1) pressoché grave e diffusa sottovalutazione dell’aumentato numero, rispetto ai precedenti anni, dei partecipanti alle prove del concorso, con la predisposizione di aule a malapena sufficienti ad ospitare i candidati, costretti a svolgere le prove gomito a gomito;
2) le gravi carenze organizzative sono state all’origine di altrettanto gravi criticità gestionali (non adeguata sorveglianza, mancata verifica del possesso di smartphone o altri dispositivi, mancata previsione di spazi dedicati al deposito delle borse e dei dispositivi, tempi dilatati nell’espletamento delle procedure di riconoscimento dei candidati, sforamento dei tempi per la consegna delle prove a quiz, concessione del permesso di uscire e rientrare durante le svolgimento delle prove), in ciò contravvenendo a quanto previsto dai bandi;
3) lacune amministrative (mancata dissociazione tra la busta contenente l’anagrafica del candidato e l’elaborato, non utilizzo di codice a barre per preservare l’anonimato dei candidati, previsione di correzioni a porte chiuse in assenza di una rappresentanza dei candidati, ovvero mancato affidamento delle correzioni ad enti terzi, ricorso alla correzione manuale, mancata pubblicazione delle risposte esatte dei quiz, mancata fornitura ai candidati di penne delle medesime caratteristiche).
È su questi presupposti che si è espressa con un autorevole intervento la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e che il Ministero della Salute ha inteso vederci chiaro. E le interrogazioni Parlamentari sul tema non sono tardate ad arrivare (scarica testo interrogazione a firma dell’On. Crimì; scarica testo interrogazione a firma dell’On. Vargiu; scarica testo interrogazione a firma dell’On. D’uva).
In conclusione, nel rimettere ai colleghi ed all’opinione pubblica il giudizio sia su quanto accaduto sia sulle posizioni assunte, il tempo ci dirà se l’iniziativa della Regione Molise rimarrà un caso isolato o farà da apri-pista per nuove rivalutazioni delle prove d’esame in altre Regioni. Si ricorda, per inciso, che l’accesso agli atti entro il termine di 30 giorni dalla pubblicazione della rispettiva graduatoria di merito in Gazzetta Ufficiale è un DIRITTO sancito dalla Legge 241 del 7.8.1990 e successive modifiche e integrazioni e non comporta alcun tipo di impegno in sede giudiziaria o amministrativa. Se, da una parte, la presa visione non prevede la corresponsione di onere alcuno, dall’altra, invece, la richiesta di una copia degli atti potrebbe comportare il pagamento di un contributo, il cui ammontare può variare da una pubblica amministrazione all’altra. Si precisa che la tempistica per la presentazione della richiesta di accesso agli atti (scarica modulo) non è da confondere con quella relativa alla segnalazione alla Commissione di eventuali errori materiali che, invece, è possibile effettuare entro 10 giorni dalla pubblicazione della rispettiva graduatoria regionale (si consiglia di verificare tale scadenza su ciascun bando in quanto potrebbe differire da una Regione all’altra).
L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) rimane a disposizione dei colleghi con lo spirito di servizio di sempre, invitando i candidati a segnalarci per iscritto qualsivoglia anomalia e/o perplessità.
Segnaliamo, infine, la petizione lanciata dal Comitato Nazionale Aspiranti Specializzandi ed indirizzata al MIUR ed al Ministero della Salute per richiedere di garantire i presupposti per il regolare svolgimento delle selezioni per l’accesso ai percorsi di formazione post lauream di medicina, a cominciare dal prossimo Concorso nazionale per l’accesso alle Scuole di Specializzazione di area sanitaria, per continuare con le future selezioni per l’accesso ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale.