Il Dipartimento di Medicina Generale del SIGM (SIMeG) esprime apprezzamento per la presenza, nel disegno di legge delega ex art.22 patto della salute, licenziato il 4 Maggio 2016 ad opera della Commissione Salute della Conferenza Stato Regioni, di una proposta di evoluzione della formazione specifica in medicina generale (FSMG), dagli attuali corsi di formazione regionali a una formazione specialistica in medicina di comunità e cure primarie. Si tratta di una luce tra le ombre delle proposte di rivisitazione della formazione medica post-laurea.
L’attuale formazione specialistica in medicina di comunità e cure primarie verrebbe sottoposta a ridefinizione degli ordinamenti didattici e della durata. Verrebbe previsto, inoltre, la definizione di criteri e standard per l’accreditamento della rete formativa, che sarebbe quindi frutto di un’integrazione tra territorio e Università, la cui collaborazione verrà definita da specifici protocolli. La proposta riconosce comunque il valore che l’attuale FSMG ha prodotto in alcune realtà, prevedendo pertanto la necessità di definire “le modalità per la valorizzazione e l’inclusione nel processo formativo del patrimonio esperienziale delle scuole regionali in medicina generale”.
Vediamo così accolto l’appello della nostra associazione che da sempre sostiene la necessità di un’evoluzione della formazione specifica in medicina generale italiana e aveva già indicato, nell’integrazione tra la nuova Scuola di Specializzazione in Medicina di Comunità e Cure Primarie e gli esempi virtuosi dei corsi regionali di FSMG, la via per superare il blocco storico-culturale che ha relegato la formazione dei medici di medicina generale ad un ruolo di netto svantaggio nei confronti delle altre formazioni mediche post laurea.
L’ottimale formazione dei futuri medici di medicina generale rappresenterebbe per le Regioni un elemento di forza irrinunciabile alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Affermare un nuovo modello di formazione e di organizzazione delle cure primarie rappresenta, infatti, il presupposto per affrontare le crescenti sfide del territorio.
Inoltre, da un’integrazione virtuosa tra territorio e Università, si porrebbero le basi per creare un’indispensabile osmosi tra i due ambiti, a partire dalla valorizzazione della medicina generale quale disciplina accademica all’interno dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, con l’auspicio della potenziale definizione di uno specifico Settore Scientifico Disciplinare dedicato, nonché di dottorati di ricerca, mettendo a sistema flussi informativi e percorsi di ricerca.
I tempi sono maturi per una svolta della formazione specifica in medicina generale italiana, anche alla luce del momento di rinnovamento dell’Accordo Collettivo Nazionale della medicina generale che potrebbe finalmente prevedere delle condizioni dedicate per la docenza e la ricerca dei medici di medina generale.
Fermo restando la nostra contrarietà sull’inserimento degli specializzandi degli ultimi due anni all’interno del SSN per tamponarne le falle, l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) si rende disponibile ad un confronto con le Regioni sul tema della formazione specifica in medicina generale e ringrazia il coordinatore uscente del Tavolo Salute delle Regioni, Assessore Sergio Venturi, nonché il nuovo coordinatore, Assessore Antonino Saitta, per l’attenzione rivolta nei confronti delle proposte avanzate dal S.I.G.M in tema di formazione specifica in medicina generale.
DIPARTIMENTO DI MEDICINA GENERALE (SIMeG)
ASSOCIAZIONE ITALIANA GIOVANI MEDICI (SIGM)