A seguito delle segnalazioni pervenuteci in merito a disservizi e presunte irregolarità nello svolgimento delle selezioni per l’accesso ai corsi di formazione specifica di medicina generale, tenutesi in data 25 Ottobre 2017 su base regionale in tutta Italia, l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) chiede (SCARICA DOCUMENTO) al Ministero della Salute ed alle Regioni di prendere tutti i provvedimenti utili al fine di superare le notevoli criticità che caratterizzano l’impianto attuale di questo concorso, strutturato su base regionale, ma svolto in data unica a livello nazionale e che a differenza del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione è caratterizzato da ampia discrezionalità.
Purtroppo, l’attuale sistema di selezione è rimasto immutato, nonostante la numerose richieste avanzate negli anni dal SIGM, specie a seguito di quanto già successo in occasione delle prove di accesso ai corsi del triennio 2014/17 (Richiesta di urgente revisione del sistema di selezione per l’accesso ai corsi triennali di formazione specifica in medicina generale
Secondo l’Associazione il quadro che è emerso già nelle ore immediatamente successive alla fine delle prove attraverso i social network, dalle segnalazioni e in base a quanto riportate dalla stampa è a dir poco sconfortante e le criticità sono sotto gli occhi di tutti per le seguenti ragioni:
1) vi è stata una pressoché grave ed irresponsabile diffusa sottovalutazione dell’aumentato numero, rispetto ai precedenti anni, dei partecipanti alle prove del concorso, con la predisposizione di aule a malapena sufficienti ad ospitare i candidati, costretti in alcune situazioni a svolgere le prove gomito a gomito;
2) le gravi carenze organizzative sono state all’origine di altrettanto gravi criticità gestionali (non adeguata sorveglianza, mancata verifica del possesso di smartphone, tablet, mancata previsione di depositare le borse fuori dalle aule, tempi dilatati nell’espletamento delle procedure di riconoscimento dei candidati, sforamento dei tempi per la consegna delle prove a quiz, concessione del permesso di uscire e rientrare durante le svolgimento delle prove), in ciò contravvenendo a quanto previsto dai bandi, ed hanno messo in evidenza le lacune del sistema di selezione (mancata dissociazione tra la busta contenente l’anagrafica del candidato e l’elaborato, non utilizzo di codice a barre per preservare l’anonimato dei candidati, previsione di correzioni a porte chiuse in assenza di una rappresentanza dei candidati, ovvero mancato affidamento delle correzioni ad enti terzi).
Sono mancate le condizioni ambientali, organizzative e gestionali minimali per lo svolgimento di un pubblico concorso, dando vita, sovente, a situazioni surreali riportate prontamente dalla stampa.
Si tratta di elementi che offrono spunti di analisi sulle attuali modalità di selezione degli aspiranti medici di medicina generale, che così come strutturate espongono le prove alla scure della Giustizia Amministrativa, e, più estesamente, tali vicende possono essere considerate come un indicatore indiretto della non ottimale attenzione riposta nei confronti dell’intero capitolo della formazione specifica di medicina generale, da anni oggetto di segnalazioni da parte dei Giovani Medici.
Probabilmente a qualcuno sfugge l’evidenza che nei giovani medici, almeno in quella stragrande maggioranza che ha studiato con serietà, impegno e passione, è forte l’esigenza di affermare nella Sanità valori irrinunciabili quali trasparenza, meritocrazia e legalità. È da vedere in tal senso, il recente conseguimento dell’adozione di un concorso a graduatoria unica nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione.
Sarebbe stato lecito attendersi da parte dei candidati uno scatto d’orgoglio bloccando le prove a fronte dei disservizi e delle presunte irregolarità rilevate, ma non ci sentiamo di condannarli, atteso che nella stragrande maggioranza dei casi si trattava di neolaureati che si cimentavano per la prima volta in un pubblico concorso. C’è da rilevare, peraltro, che decine di candidati sosterrebbero di aver chiamato in causa le Commissioni, contestando sul momento le criticità maggiori, ma non trovando in queste il supporto richiesto. Anche su tali aspetti è indispensabile fare chiarezza. I Giovani Medici (SIGM) ricordano che i Commissari di un pubblico concorso, nell’espletamento delle loro mansioni, sono a tutti gli effetti pubblici ufficiali ed è da questi, prima di ogni altro, che si esigono prese di posizioni lineari.
A questo punto di fronte l’ennesimo episodio che dimostra l’inadeguatezza dell’attuale impostazione del sistema di accesso ai corsi regionali di formazione specifica di medicina generale, il SIGM si attende un’immediata inversione di tendenza che interessi tutta la formazione specifica in medicina generale. Per tale motivo il Dipartimento di Medicina Generale del SIGM reitera la richiesta di:
– l’adozione di un unico sistema di accesso a graduatoria nazionale sia per la formazione specifica di medicina generale sia per le scuole di specializzazione
– l’evoluzione degli attuali corsi di medicina generale in Scuola di specializzazione in Medicina Generale, fortemente ribadita anche nel twittermob all’indomani del concorso di medicina generale, che risolverebbe sia la problematiche inerenti il sistema di accesso sia tutte le criticità che caratterizzano la formazione specifica in medicina generale
Concludiamo Ricordando, inoltre, a tutti i colleghi della possibilità di richiedere alle competenti amministrazioni regionali di poter accedere agli atti concorsuali per visionare la propria prova, nonché le correzioni del proprio test a quiz, ai sensi della Legge 241 del 7.8.1990 e successive modifiche e integrazioni.
Tale richiesta, che è per i candidati, un Diritto sancito per legge va prodotta per iscritto attraverso una specifica istanza (scarica modulo). Se la presa visione non può prevedere la corresponsione di onere alcuno, invece, è possibile che richiedere una copia degli atti comporti il pagamento di un contributo, il cui ammontare può variare da una pubblica amministrazione all’altra.
Consigliamo, pertanto, i colleghi a non farsi dissuadere dall’esercitare il diritto di accesso agli atti, né ad assecondare proposte di presa visione informale di parte degli atti concorsuali, quasi fossero una concessione da parte degli Uffici preposti.