In un documento inviato al Ministero della Salute, il Simeg, il Dipartimento del SIGM (Segretariato Italiano Giovani Medici), che si occupa della Medicina Generale, propone di attivare il part-time per il Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale (CFSMG) per ovviare alla situazione di imminente carenza di MMG.
“Sempre più spesso si parla di carenza di Medici di Medicina Generale e del rischio che questo comporterà, ovvero lasciare i cittadini privi dei medici di riferimento nell’ambito dell’assistenza primaria. Ecco, quindi, una proposta che ci auguriamo sia da stimolo per l’apertura di una discussione volta ad elaborare soluzioni percorribili, scongiurando lo scenario apocalittico che vede il futuro delle cure primarie sempre più carenti di Medici di Medicina Generale”: è quanto sottolineato dai Giovani Medici del Simeg in una proposta inviata al Ministero della Salute “atta esclusivamente a tamponare la situazione emergenziale causata da una scarsa o assente programmazione.”
“Per la nostra Associazione l’obiettivo prioritario rimane la necessaria e non ulteriormente rimandabile evoluzione della Formazione Specifica in Medicina Generale in senso accademico con l’istituzione di una Scuola di Specializzazione in Medicina Generale, di Comunità e Cure Primarie per la formazione dei futuri Medici di Famiglia – spiega nel documento il Simeg.
La proposta, suddivisa in quattro punti, prevede:
- possibilità di esercitare la professione per i corsisti in formazione specifica in Medicina Generale (FSMG);
- deroga temporanea al massimale in aree carenti di MMG solo per medici che rientrino in una AFT o in altre forme associative;
- attivazione del corso part-time;
- facilitazioni in graduatoria per MMG formatisi in aree carenti.
In questo modo, come riportato nel documento, scegliendo l’opzione del corso part-time, il corsista avrebbe la possibilità di acquisire una quota di assistiti già durante il periodo di formazione, coprendo un’area carente ed operando all’interno di una forma associativa. Il corso part-time avrebbe una durata superiore a quello ordinario, in quanto le attività formative sarebbero distribuite su più anni, per permettere al corsista di dedicare tempo all’attività assistenziale.
Il vantaggio per il corsista sarebbe triplice: ricevere una parte della quota capitaria prevista da ACN per ogni assistito, integrare formazione e lavoro sul campo ed essere facilitato, una volta finito il corso, nell’inizio dell’attività lavorativa.
“Il Segretariato Italiano Giovani Medici – conclude il Simeg – si rende disponibile per definire e precisare i contenuti del presente documento. Ribadiamo inoltre la necessità di porre in essere gli strumenti per un’adeguata e reale stima del fabbisogno di medici, tenuto anche conto delle mutate condizioni demografiche ed epidemiologiche del nostro Paese. Riteniamo ancora una volta indispensabile la creazione di un modello di Cure Primarie forte ed efficiente, dotato di professionisti capaci di mettere in atto un nuovo paradigma di assistenza indispensabile a rispondere ai bisogni di salute che il nuovo secolo pone come sfida ai sistemi sanitari. Alla luce di ciò reputiamo indispensabile investire nella formazione dei professionisti, tra i quali un ruolo indispensabile svolgono i Medici di Medicina Generale, a cominciare dall’evoluzione in disciplina accademica della Medicina Generale. Respingiamo fermamente, pertanto, ogni tendenza a svalutare il ruolo e il significato della formazione dei nuovi Medici di Medicina Generale.”
In attesa, dunque, dell’istituzione della scuola di specializzazione in Medicina Generale, di Comunità e Cure Primarie, la soluzione avanzata dal Simeg si propone di “rispondere alle esigenze formative dei giovani medici in corso di FSMG e, nel contempo, ai fabbisogni di salute delle realtà carenti di MMG.”
Di seguito il Link al documento ed il Link all’infografica