L’emendamento riguardante il reclutamento degli specializzandi nella campagna vaccinale sarà discusso i primi giorni della prossima settimana e nel frattempo nessuna risposta al documento di proposte che avevamo formulato, motivandole opportunamente.
Abbiamo dovuto spiegare che le nostre attività formative non comprendono la programmazione dei piani vaccinali né tantomeno la loro somministrazione.
Abbiamo dovuto ricordare che il nostro reclutamento nella campagna vaccinale non sarebbe la prima risposta ad una chiamata alle armi.
Tuttavia, ci siamo rivolti ai nostri Ministeri ed al Governo con delle soluzioni e proposte concrete, chiedendo l’abolizione delle incompatibilità dei nostro contratto di formazione, il proseguimento delle nostre attività formative come stabilito dai nostri obiettivi formativi e la stipula di un contratto aggiuntivo extra orario.
I ministeri ci privano della nostra formazione, giustificando le loro azioni come dettate dall’emergenza e svilendo il nostro ruolo di medici.
Come associazione di categoria e innanzitutto come medici in formazione riteniamo gravissimo non essere interpellati da chi prende decisioni circa il nostro percorso.
Per queste ragioni abbiamo deciso di intraprendere una settimana di protesta:
SPECIALIZZANDI NON VACCINIZZANDI!
FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE!
Invitiamo i colleghi tutti a dare il loro contributo, aderendo alla azione in tutte le sue forme:
- le associazioni di categoria non vengono ascoltate?
Organizziamo un MAIL BOMBING con testo che vi allegheremo da indirizzare a Ministeri, Governo, Conferenza dei Presidi ed Osservatorio Nazionale; - la campagna vaccinale è un’attività formativa che spetta allo specializzando?
Diffondiamo le nostre foto sui social con cartelli che ricordino quali sono i nostri diritti e quali i nostri doveri contrattuali e facciamo rimbalzare l’hashtag #SpecializzandiNonVaccinizzandi!
La campagna vaccinale è la prima risposta degli specializzandi ad una chiamata alle armi in emergenza?
Utilizziamo la cornice Facebook per coinvolgere ed informare colleghi e cittadini riguardo il problema. Vogliono dipingerci come incoscienti quando invece vogliamo solo difendere la nostra professionalità delle decisioni che danneggiano la nostra formazione, nonostante il nostro impegno quotidiano nell’attività assistenziale.
Siamo solo studenti?
Se lo fossimo davvero, non esisterebbero percorsi ed obiettivi formativi specifici per ciascun percorso. Non avremmo la responsabilità legale delle azioni che compiamo. Allora, in questa settimana, rallentiamo:
il contratto che abbiamo sottoscritto ha un monte orario complessivo di 38 ore settimanali di cui 4 dedicate alla formazione. Rispettiamo quello che abbiamo firmato!
In via di definizione la creazione di un momento unico, nazionale, in cui fermarci per ribadire le nostre istanze.
Da parte del SIGM, l’impegno a rivolgerci questa volta non più soltanto ai Ministeri ed al Governo, ma a Direttori di Scuola e Rettori affinché riconoscano che quanto è stato proposto e la modalità con cui intendono coinvolgerci nella campagna vaccinale, non rispetta il valore formativo che le istituzioni universitarie dovrebbero tutelare.
Non mancherà il coinvolgimento di giornali e organi di stampa per un’efficace comunicazione.
Non vogliono ascoltarci? E noi alziamo la voce!