Il rinvio del Concorso d’accesso al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale per il triennio 2020/2023 è solo l’ultima di una lunga serie di criticità che gli aspiranti medici di medicina generale stanno affrontando negli ultimi anni.
La possibilità di sostenere la prova d’accesso e di tentare, dunque, di intraprendere questo percorso di formazione, si scontra con una serie di ritardi e di rinvii che hanno determinato il graduale slittamento dei relativi trienni del Corso. Basti pensare che i candidati per la prova d’accesso al CFSMG triennio 2020/2023, inizialmente prevista il 28 gennaio 2021 (con un ritardo accumulato di un anno), sono ancora in attesa di conoscere la nuova data, a seguito del rinvio comunicato lo scorso 8 gennaio in Gazzetta Ufficiale, e che l’inizio delle attività didattiche per il suddetto triennio è tuttora un’incognita. Quel che è certo è, di fatto, la perdita di un anno di formazione.
In un periodo storico particolarmente delicato per la medicina generale e le cure primarie, nel quale sono emersi in maniera tangibile, e con gravi danni per la salute pubblica, i tagli, i ritardi e le inefficienze del sistema di formazione per i medici di medicina generale, e alla luce delle carenze ormai strutturali esistenti in alcune Regioni, il rinvio del concorso 2020-2023 appare ancora più grave.
Per tali motivi, il Dipartimento di Medicina Generale del Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) ha chiesto al Ministero della Salute che venga comunicata quanto prima la data di svolgimento del Concorso d’accesso al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale per il triennio 2020/2023. Questo consentirebbe ai candidati di poter organizzare al meglio i prossimi mesi dal punto di vista sia lavorativo sia di preparazione della prova.
Considerando, inoltre, i rinvii ai quali i futuri MMG sono andati incontro in questi anni, e dunque lo slittamento dei relativi trienni di formazione, auspichiamo che il numero di borse venga adeguato al reale fabbisogno esistente, con uno stanziamento ulteriore di risorse, al quale si accompagni l’adozione di soluzioni volte a prevenire l’annoso problema della perdita di borse, che si ripete ad ogni edizione concorsuale.
Tale problematica è determinata sia dal disallineamento temporale delle prove d’accesso alle Scuole di specializzazione di Area Medica e al CFSMG sia dalla concezione, che tuttora continua a sussistere tra i colleghi, di un percorso di formazione in medicina generale visto quale ripiego rispetto alle altre branche.
Contribuisce a perpetuare tale visione una medicina generale rimasta ancorata ad un modello anacronistico e ferma ad una formazione non professionalizzante, priva di qualsiasi possibilità di applicazione nell’ambito della ricerca, e che non prepara gli aspiranti MMG alle nuove sfide, emerse in maniera quanto mai evidente nel corso della pandemia, e ai cambiamenti ai quali le cure primarie sono chiamate a rispondere (presa in carico globale dei pazienti, medicina di iniziativa e gestione multidisciplinare che consentano un approccio proattivo alle patologie croniche), il che rende improcrastinabile una riqualificazione del percorso formativo in medicina generale, che passi necessariamente attraverso un rinnovamento dapprima culturale e scientifico e quindi strutturale, della disciplina.
Da una “formazione che non c’è” ad una formazione di qualità, che dia priorità al riconoscimento e al potenziamento dello spettro di competenze specifico di questa branca e ad una reale presa di coscienza del ruolo essenziale esercitato dalla medicina del territorio, e dai MMG in primis, quale fulcro dell’assistenza sanitaria.
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