a tutti gli specializzandi ed agli aspiranti specializzandi (medici e non medici) è stato quello di proporre ai colleghi non medici la convergenza di intenti nell’ottica di un patto generazionale tra giovani generazioni di futuri professionisti. D’altra parte, nonostante le meritorie iniziative messe in campo in passato da parte di gruppi di specializzandi non medici, scarsa è stata l’attenzione rivolta dalle Istituzioni nei confronti della causa degli specializzandi non medici. Vieppiù che tale categoria, a differenza dei medici che hanno avuto un’elevazione del proprio status da borsisti in contrattisti di formazione attraverso una norma specifica (D.Lgs 368/1999) discendente dall’obbligo per l’Italia di recepire delle direttive comunitarie stringenti per i medici, necessiterebbe di uno specifico intervento legislativo che ne elevi lo status, superando il vigente Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 162 del 10 marzo 1982. Pertanto, non appare convincente l’ipotesi di modifica normativa del D.Lgs 368/1999 e smi, che come ricordato è limitata ai medici, quale percorso legislativo per il conseguimento di tale obiettivo. Per di più, qualsiasi disegno o proposta di legge, laddove non sia indicato espressamente il capitolo di spesa e la fonte certa (e non ipotesi di risparmi) a cui attingere le risorse per la copertura degli oneri conseguenti, appare avere più una finalità di carattere cosmetico che sostanziale. Motivo per il quale nella richiamata petizione sono state avanzate primariamente le proposte per il reperimento delle somme atte a garantire la copertura economica di un qualsivoglia provvedimento legislativo e precisamente:
– il ricorso al “contributo di solidarietà”, che, come è noto, intenderebbe effettuare un prelievo dai pensionati e pensionandi titolari di pensioni superiori ai 4800 euro mensili lordi
– l’autorizzazione delle Regioni, ad opera del Ministero della Coesione Sociale e del Ministero del Lavoro, all’utilizzo dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo (FSE) a sostegno della formazione post laurea dei medici e dei non medici
– il recupero di risorse riconducendo la durata delle scuole di specializzazione di area sanitaria a quella ante DM 1 agosto 2005 (ripristinando quindi la durata per singole tipologie prevista dal DM 11 maggio 1995).
Entrando nel merito delle richieste a sostegno degli specializzandi non medici incluse nella petizione occorre precisare quanto segue:
1) Il numero di 1000 unità (borse/contratti) richieste si riferisce ai nuovi ingressi di colleghi non medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria, come per analogia il numero di 5000 unità contrattuali per i medici si riferisce al contingente dei contratti da mettere a concorso per l’a.a. 2013/2014. Il finanziamento del contingente di 1000 unità è stato proposto all’unanimità dalla Commissione di studio sulle scuole di specializzazione di area sanitaria del MIUR. Tali numeri discendono dai fabbisogni formativi che, come è noto, sono differenti nella misura in cui il fabbisogno di professionalità mediche nelle strutture del SSN è di gran lunga superiore di quello dei non medici. La dicitura “borse/contratti” è d’obbligo in quanto l’evoluzione dello status degli specializzandi non medici in contrattisti non è automatica (non è infatti stata prevista dalle direttive UE), ma si dovrebbe conseguire a mezzo della promulgazione di una specifica norma; pertanto, laddove non ci fossero i tempi utili per l’adozione immediata di tale risoluzione, si è voluto sottolineare l’importanza di dare un riconoscimento economico da subito, ovvero a partire dall’entrante anno accademico. Per coprire tali richieste la petizione intende chiedere allo Stato un contributo diretto in sede di Legge di Stabilità, dotando delle somme necessarie i competenti Ministeri, da riporre in uno specifico capitolo di spesa da creare ex novo a latere del capitolo di spesa esistente già dagli anni ’90 per gli specializzandi medici.
2) Per soddisfare le esigenze degli specializzandi non medici iscritti a tutti gli altri anni di corso la petizione propone, invece, di ricorrere all’utilizzo dei finanziamenti del Fondo Sociale Europeo destinati alla formazione professionale. Tale ipotesi, come prima ricordato, è già in studio in alcune Regioni (Regioni “Obiettivo convergenza”) e potrebbe essere estesa per analogia a tutte le rimanenti Regioni (Regioni “Obiettivo competitività”), facendo riferimento alle misure a sostegno della formazione professionale. Di ciò le Regioni potrebbero soltanto avvantaggiarsi nella misura in cui meglio qualificherebbero l’impegno del FSE agli occhio dell’UE, creando i presupposti per la conferma della dotazione finanziaria per gli anni a venire. Ma tutto ciò non potrebbe che essere strutturato nell’ambito della programmazione settennale con effettiva disponibilità delle risorse a partire dall’anno accademico entrante.
Pertanto, dal combinato disposto dei precedenti due punti, ci sarebbero i presupposti per soddisfare l’intera platea degli specializzandi non medici. Non si comprenderebbero, di contro, iniziative volte a creare disunione e separazione tra medici e non medici, quali quella relativa ad una proposta, recentemente circolata, che vorrebbe richiedere il prelievo agli specializzandi medici (già sottopagati rispetto ai colleghi dei Paesi Membro dell’UE, questi ultimi per lo più titolari di contratti di formazione-lavoro) di parte del loro attuale stipendio per destinarlo agli specializzandi non medici. Tale iniziativa, oltre che impraticabile ed irricevibile, apparirebbe strumentale ad una volontà di creare una contrapposizione tra medici e non medici, volta più ad applicare il principio del “divide et impera” che a creare i presupposti per una risoluzione delle criticità degli specializzandi non medici.
I Giovani Medici (SIGM), pertanto, nel rispetto delle diverse sensibilità che insistono all’interno della variegata costellazione degli specializzandi non medici, si dichiarano aperti al confronto e con la presente rivolgono un appello a tutti i “colleghi” non medici iscritti alle scuole di specializzazione a continuare a sostenere la presente petizione, unitamente alle iniziative future che ne deriveranno.
Il Consiglio Esecutivo SIGM