La firma, da troppo tempo attesa, del DPCM per la stabilizzazione dei precari in Sanità rappresenta un primo passo per dare risposte ai lavoratori precari del Servizio Sanitario Nazionale. Ma occorre pensare a cancellare tutte le pendenze anomale di anni di precarizzazione del settore, eliminando tutti quei contratti atipici che non fanno di un Medico un lavoratore “anomalo”, privo delle giuste tutele.
Come già è noto il DPCM disciplina:
– le procedure di reclutamento speciale transitorie, destinate al personale in possesso di contratto di lavoro a tempo determinato, in misura non superiore al 50 per cento delle risorse finanziarie disponibili per assunzioni a tempo indeterminato; Potranno accedere alla stabilizzazione i precari del SSN che abbiano prestato un servizio effettivo non inferiore ai tre anni nell’ambito del quinquennio precedente.
– la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato in essere;
– la possibilità di partecipare alle procedure in questione per il personale dedicato alla ricerca in sanità e per il personale medico in servizio presso il pronto soccorso delle aziende sanitarie locali, con almeno 5 anni di prestazione continuativa, ancorché non in possesso della specializzazione.
Adesso ci aspettiamo che le Regioni e le Aziende Sanitarie recepiscano immediatamente il DPCM, assumendosi le proprie responsabilità. Segnaliamo, infatti, che insistono migliaia di medici precari i cui contratti sono in scadenza e sono a rischio di mancato rinnovo.
Il Dipartimento Specialisti
Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM)