L’idea di fondo sarebbe quella, quindi, di creare un percorso opzionale parallelo rispetto a quello tradizionale; che sia questo un modo per sondare le preferenze degli specializzandi nei confronti dell’attuale sistema incardinato nelle Università rispetto ad uno alternativo incardinato nelle Aziende dei Sistemi Sanitari Regionali?
A detta del Ministero della Salute, infatti, il percorso alternativo richiederebbe una maggiore responsabilizzazione del medico in formazione a fronte però di maggiori opportunità di maturazione professionale.
D’altro canto però, essendo previsto che lo specializzando parteciperà “alle attività ordinarie delle UU.OO di assegnazione” è doveroso porsi il problema che tale impegno potrebbe indirettamente limitare nei fatti il ricorso alle assunzioni dei giovani specialisti da parte delle Regioni. Facciamo inoltre notare, per inciso, che nella nuova versione di emendamento non si fa più riferimento alcuno al rapporti a tempo determinato, tanto meno si introduce una tipologia contrattuale diversa rispetto all’attuale contratto di formazione: ciò in quanto l’Economia non ha autorizzato alcun provvedimento che potesse comportare un incremento della spesa pubblica. In definitiva, quindi, di fondamentale importanza sarà evitare che i contratti di formazione per chi opta per la formazione Aziendale vengano stipulati esclusivamente con la Regione, bensì con l’Università e la Regione, il che escluderebbe in linea di principio di intaccare la dotazione di strutturati nelle piante organiche delle Aziende.
Restano da chiarire gli aspetti relativi all’applicabilità in corso d’opera per chi attualmente è iscritto alle Scuole di Specializzazione alla luce della proposta di riduzione della durata dei corsi di specializzazione: abbiamo chiesto di lasciare libera decisione allo specializzando che potrà così optare per il percorso abbreviato, ovvero terminare la specializzazione con le vecchia normativa e condizioni, ciò nel rispetto dei diritti consolidati.
Inoltre, a differenza di quanto inizialmente previsto, gli oneri contrattuali rimarranno prerogativa del livello centrale e non delle Regioni. Per quanto riguarda tutti gli aspetti organizzativi il tutto verrà definito in sede di confronto tra Ministeri (Salute e MIUR) e Conferenza Stato Regioni, acquisito il parere dell’Economia, previo confronto di tutti le parti, ivi incluse le associazioni di categoria, in sede di tavolo tecnico.
È confortante vedere come questo emendamento non sembri sovvertire l’impianto del D.Lgs 368/99.
Resta in ultimo da chiarire cosa sia sottinteso al concetto di “modalità negoziali”, che nella versione modificata sembra essere più sfumato: l’accordo tra Stato e Regioni garantirà uniformità nell’organizzazione della formazione o aprirà il fronte a discutibili difformità da Regione a Regione?
L’iter di approvazione del disegno di legge proseguirà la prossima settimana.
Il SIGM ha ribadito, infine, il proprio apprezzamento per le ulteriori parti del proposta di Riforma:
– Laurea abilitante in medicina e chirurgia, con anticipazione del tirocinio professionalizzante dell’attuale esame di abilitazione al corso di laurea ed eliminazione dei tempi morti e dei disservizi registratisi negli ultimi nove anni tra il conseguimento della laurea e l’accesso alle scuole di specializzazione (tabella ritardi).
– Riduzione della durata delle scuole di specializzazione e conseguente accantonamento di risorse da utilizzare per finanziare contratti aggiuntivi (facilmente raggiungibile dall’abolizione del Tronco Comune che si è dimostrata essere fallimentare).
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Il Consiglio Esecutivo SIGM