I Giovani Professionisti rivendicano il ruolo svolto anche in qualità di lavoratori autonomi, in un contesto economico-finanziario “depresso” che si ripercuote pesantemente sul mercato del lavoro delle professioni e che non favorisce l’espressione delle energie professionali giovanili, peraltro in una fase della vita in cui si effettuano i primi investimenti nella professione e si aspira a concretizzare una dimensione familiare. Il lavoro autonomo richiede impegno costante ed investimenti in formazione continua e professionalizzazione e, soprattutto, implica l’esposizione a rischi non contemplati dal lavoro in regime di dipendenza. .
I Giovani Professionisti auspicano che si abbandoni l’attuale approccio normativo che, in ossequio a logiche puramente matematiche e contabili, potrebbe rendere ancora più gravosa la già critica attività professionale dei giovani, costretti con il loro sacrificio economico a continuare a garantire alle generazioni che li precedono la fruibilità di diritti che assomigliano sempre più a privilegi agli occhi dei giovani. Inoltre, unanimità di intenti è stata espressa da parte delle sigle intervenute in merito alla esigenza, non più procrastinabile, di costruire per le giovani generazioni un sistema previdenziale equo e strutturato su principi e regole quanto più possibile uniformi.
È stata costituita una task force in materia previdenziale, formata da esperti delle diverse rappresentanze giovanili, con il precipuo compito di avanzare proposte in tema di previdenza, e più in generale di welfare, che tengano conto della doverosa equità intergenerazionale.
I Giovani Professionisti, infine, nel dichiararsi aperti al cambiamento, manifestano ampia disponibilità al confronto col Governo al fine di individuare un percorso comune di serio approfondimento delle reali condizioni e proiezioni dei giovani professionisti, in modo da realizzare riforme che effettivamente, e non solo nelle seppur meritevoli intenzioni, siano di concreto aiuto per le attuali e future generazioni.