COMUNICATO STAMPA
ASSOCIAZIONE ITALIANA GIOVANI MEDICI (SIGM)
Giovani Medici (S.I.G.M.): si rispetti l’incompatibilità tra medici dipendenti in quiescenza dal SSN ed il convenzionamento con la specialistica ambulatoriale.
“Riceviamo segnalazioni da tutta Italia in merito a deroghe rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Chiediamo l’intervento del Ministero della Salute, delle Regioni e degli OMCeO; E’ venuto il momento di mettere un punto alla prassi diffusa di riservare corsie preferenziali ai medici in quiescenza ex dipendenti del SSN a scapito delle nuove generazioni di medici.”
E’ una forte presa di posizione quella con cui Il Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) chiede l’intervento del Ministero della Salute, delle Regioni e degli Ordini, al fine di richiamare il rispetto dell’incompatibilità tra l’attività di medico convenzionato con il S.S.N. ed i medici in quiescenza già dipendenti del S.S.N., oltre che di disporre che le convenzioni vengano attribuite esclusivamente secondo il punteggio maturato ai sensi della normativa vigente.
<<Giungono alle nostre sedi in tutta Italia segnalazioni circa il perpetrarsi di una prassi consolidata da parte delle A.S.L. e dei Comitati Consultivi Zonali nel senso di attribuire incarichi di studio e di consulenza o addirittura incarichi di medicina specialistica convenzionata a soggetti, già appartenenti a ruoli del S.S.N., che vanno in pensione per aver raggiunto l’anzianità contributiva necessaria, per poi ricoprire nuovi ruoli nei diversi Servizi Sanitari Regionali>>spiegano i Giovani Medici (SIGM). Si tratta secondo il SIGM di una ingiustificabile forma di penalizzazione a scapito dei giovani medici, che quei ruoli potrebbero ricoprirli utilmente, maturando esperienza ed anzianità di servizio; e che, per aspirare ad accedere alla specialistica convenzionata, spesso permangono per anni in graduatorie immobili per poi scoprire che in quelle stesse graduatorie possono essere scavalcati da quanti fuoriescono dal SSN, potendo documentare titoli ben più strutturati di quelli esibibili dai più giovani colleghi.
Se non fosse per il fatto che tali prassi scavalcherebbero quanto previsto dalla normativa vigente. Infatti, il Legislatore, con l’art. 25 della L. 23 Dicembre 1994, n. 724, aveva già inteso precludere l’affidamento di incarichi “di consulenza, collaborazione, studio e ricerca” ai dipendenti che cessano volontariamente dal servizio, pur non avendo il requisito previsto per il pensionamento di vecchiaia, ma che tuttavia dispongono dei requisiti contributivi per l’ottenimento della pensione anticipata di anzianità. Questa volontà è stata peraltro ribadita dall’art. 5, comma 9 del D.L. 6 Luglio 2012, n. 95. E davanti al sussistere di comportamenti opposti alla volontà del legislatore, il Ministero dell’Economia, con nota del 7 Gennaio 2014 (MEF-RGS Prot. 104123 del 16/12/2013 U), affermava con chiarezza che “non sembrano dunque sussistere dubbi circa il fatto che le norme in questione pongono in capo alle pubbliche amministrazioni il divieto di conferire incarichi di studio o consulenza al personale già dipendente e collocato in quiescenza, ove tali incarichi abbiano ad oggetto la medesima attività, ovvero le medesime funzioni svolte in vigenza del rapporto di lavoro dipendente", aggiungendo che "tale divieto sembra dunque doversi applicare anche al conferimento di incarichi che si concretizzino nello svolgimento di funzioni di medico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, ove il soggetto interessato sia cessato da un rapporto di dipendenza con lo stesso Servizio sanitario nazionale, atteso che il rapporto convenzionale viene inquadrato, da giurisprudenza consolidata, fra le prestazioni d'opera professionale, di natura privatistica".
Care Colleghe,
Cari Colleghi,
pubblichiamo con soddisfazione una raccomandazione (LEGGI QUI) rivolta al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, On. Prof.ssa Giannini, approvata all’unanimità dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN).
Tale raccomandazione, presentata su iniziativa dei Consiglieri GIOVANNI CERULLO (SIGM), unico rappresentante dei medici in formazione specialistica in seno al CNSU e CUN, e STEFANO BUCCHI (CLDS), ed appoggiata da TUTTI i rappresentanti degli studenti al CUN ha richiesto al Ministro:
1. che si provveda al più presto al reperimento delle risorse aggiuntive necessarie all’incremento del capitolo di spesa relativo ai contratti di formazione medica specialistica a finanziamento ministeriale;
2. che si proceda con urgenza alla pubblicazione del bando del concorso, indicando quanto prima ai futuri candidati le modalità precise di svolgimento della prova, indispensabili per consentire un'adeguata organizzazione della propria preparazione;
3. che venga riattivata la Commissione Tecnica sulle Scuole di Specializzazione in modo tale da consentire la prosecuzione dei lavori sulla revisione degli ordinamenti e delle regole di attivazione e monitoraggio delle Scuole di Specializzazione, nonché affrontare le problematiche relative all’accesso dei laureati “non medici” e dei rapporti con il Sistema Sanitario Nazionale.
Care Colleghe,
Cari Colleghi,
pubblichiamo con piacere un'interrogazione parlamentare (LEGGI QUI) a firma dell'On. Filippo Crimì, che, nel recepire i contributi e le richieste dell'Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), chiede al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca
- quali misure intenda adottare:
1) per selezionare a breve termine l'ente terzo generatore dei quesiti e per rendere nota al più presto la bibliografia ai giovani medici affinché possano prepararsi all'esame;
2) per non disattendere la data entro cui deve essere emanato il Decreto di riordino e riduzione della durata delle scuole.
Cari Colleghi,
da alcuni anni l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) è impegnata nel sensibilizzare le Istituzioni al fine di valorizzare e rilanciare il ruolo del giovane medico in formazione specifica di medicina generale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale a partire del conferimento del contratto di formazione.
Tale figura, infatti, a differenza del panorama internazionale, nel nostro Paese appare costretta nei limiti di un sistema formativo disomogeneo e non sempre sufficientemente professionalizzante.
Il 15 maggio 2012 il Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM) ha dato il via alla “Primavera dei Giovani Medici di Medicina Generale”, con una manifestazione nazionale, promossa da SIGM e SIMGIF, che ha avuto il merito di richiamare le attenzioni del Legislatore nei confronti dello status del corsista di medicina generale. Infatti, grazie all’iniziativa del SIGM e di alcuni volenterosi politici (On. Pedoto e Sen. Gustavino su tutti), in seno al Decreto Balduzzi veniva recepito un emendamento, esitato bipartisan dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, che ha stabilito che "Nell'ambito del Patto della Salute vengono definite modalità, criteri, procedure per valorizzare ai fini della formazione specifica in Medicina Generale l'attività remunerata svolta dai medici in formazione presso i servizi dell'Azienda sanitaria e della Medicina convenzionata".