Alla vigilia della riunione delTavolo politico ex Art. 22 del Patto sulla Salute, l’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) ribadisce con decisione la propria posizione: da tempi non sospetti chiediamo la valorizzazione dei giovani medici all’interno del SSN, ma non di certo al prezzo del declassamento della formazione post lauream di medicina e del ruolo del medico! Sono altre le strade da percorrere: le Regioni ci ascoltino ed abbandonino le scelte regressive.
Sanità e medicina sono dei capitoli complessi che hanno quale punto di origine e di arrivo la salute dei cittadini. E la formazione del medico è un asset strategico del sistema salute, rappresentando un potenziale volano di sviluppo in una dimensione Europea ed internazionale votata alla competitività: riteniamo necessario, pertanto, che si provveda ad una reale integrazione delle reti formative delle scuole di specializzazione di medicina, adottando indicatori di performance che permettano di identificare ed integrare le strutture con adeguate capacità assistenziali (e quindi formative-professionalizzanti), siano esse universitarie che del Servizio Sanitario Nazionale. E si adottino modalità di monitoraggio continuo della sussistenza degli standard e delle performance formative delle scuole di specializzazione, rendendo pubblici i risultati delle valutazioni. Questa è la ricetta dei Giovani Medici (SIGM) per rilanciare il sistema formativo post lauream di medicina,opponendosi fermamente, al contempo, sia alla creazione di due percorsi formativi paralleli, col rischio di creare medici e specialisti di serie A e di serie B, sia alla logica del giovane medico assunto a basso costo per mantenere in vita strutture sanitarie che andrebbero chiuse o riconvertite.
L’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), come è noto, da anni svolge con dedizione e senso di responsabilità un’attività di rappresentanza a servizio della Professione medica ed in particolare delle giovani generazioni di medici. In tal senso, annovera tra i propri iscritti migliaia di giovani medici i cui profili spaziano dal momento del conseguimento della laurea all’accesso al mondo del lavoro, la tutela degli interessi dei quali l’Associazione ed i suoi responsabili persegue in via esclusiva.
neanche il tempo di smaltire gli effetti acuti della imperdonabile inversione delle domande del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione, che giungono ulteriori notizie allarmanti in merito al futuro dei giovani medici Italiani, ed in particolare per le prospettive di quanti in atto aspirano ad accedere alla formazione post lauream e, successivamente, al mondo del lavoro. Infatti, è ormai prossima la definizione della bozza delDDL delega del 5 novembre 2014 su gestione e sviluppo delle risorse umane, esitatadal Tavolo politico previsto dall’art. 22 del Patto per la Salute, che prevede degli stravolgimenti in tema di formazione post lauream dei medici (LEGGI QUI). Secondo quanto previsto dal predetto DDL, i medici potrebbero accedere al SSN anche in assenza del diploma di specializzazione (immaginiamo a seguito di un pubblico concorso), sotto un inquadramentostrutturale non dirigenziale, con un trattamento equiparabile a quello del Comparto Sanitario (dunque i medici sarebbero parificati al personale infermieristico), ma esposto alla responsabilità professionale di un medico, e con lapossibilità per solo una parte di questi di entrare in soprannumero, al termine di un non meglio definito periodo di prova, in una scuola di specializzazione di area sanitaria. A fronte dell’istituzione ed inserimento di tali nuove figure professionali (neanche lontanamente paragonabili agli attuali specializzandi), però, sarebbe contestualmente prevista la soppressione dalle dotazioni degli organici di un numero di posti equivalenti nel piano finanziario.
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