Fondi strutturali comunitari per finanziare la formazione post laurea dei laureati dell’area sanitaria: la Regione Campania è prima tra le Regioni ad attingere al Fondo Sociale Europeo (FSE) in recepimento della proposta dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM).
Giovani Medici (SIGM): esprimiamo immensa soddisfazione per il recepimento di una delle proposte del GiovaniMediciDay! Dopo aver ottenuto nella Legge di Stabilità lo stanziamento di 30 mln di euro per il 2014 e di 50 mln di euro nel 2015 e 2016, il SIGM consegue un ulteriore risultato a favore degli aspiranti specializzandi: la Campania è prima tra le 4 Regioni dell’Obiettivo Convergenza ad impiegare il FSE per il finanziamento delle scuole di specializzazione di area sanitaria destinando, in questo modo, circa 10 milioni di euro alle scuole di specializzazione di area sanitaria, in controtendenza rispetto alla previsione di una insufficiente dotazione nazionale di contratti di formazione; I Giovani Medici (SIGM) chiedono adesso che i Ministeri competenti indirizzino le rimanenti Regioni, ivi incluse quelle dell’“Obiettivo Competitività”, all’utilizzo dei fondi strutturali comunitari per il finanziamento di contratti aggiuntivi regionali da destinare a medici e non medici in formazione specialistica ed ai medici iscritti al corso di formazione specifica di medicina generale. Degli effetti dell’iniziativa Campana potrebbero beneficiarne gli aspiranti specializzandi del resto del Paese.
È la Regione Campania la prima tra le Regioni dell’Obiettivo Convergenza ad attingere al Programma Operativo Regionale - Fondo Sociale Europeo (FSE) 2007/2013 per il finanziamento dell’accesso di giovani laureati alle scuole di specializzazione di area sanitaria. Alla Campania vanno i meriti di aver recepito la proposta avanzata dall’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM) nel corso delle due edizioni del GiovaniMediciDay, mobilitazioni nazionali a cui hanno aderito migliaia giovani camici bianchi e studenti in medicina, a partire dal Comitato Pro Concorso Nazionale. Sino a 10 i milioni derivanti dal FSE, impegnati per l’anno accademico 2013/2014 dalla Giunta Regionale per fronteggiare le attuali ristrettezze finanziare e la previsione di un contingente nazionale di contratti di specializzazione medica specialistica sensibilmente sottodimensionato.
<<E’ una splendida notizia, che premia la nostra azione di sensibilizzazione delle Istituzioni! Diamo atto alla Regione Campania di essersi saputa fare interprete delle istanze di centinaia di giovani laureati campani e, al contempo, delle speranze di migliaia di altri giovani Italiani, in questi mesi angosciati per le notizie relative alla mancata implementazione della dotazione del capitolo di spesa ministeriale dei contratti di formazione.>> - affermano i Giovani Medici (SIGM) - <<Adesso tutte le altre Regioni dell’Obiettivo Convergenza seguano l’esempio della Campania e non perdano l’opportunità di investire proficuamente i fondi europei e di qualificare la spesa attraverso l’investimento nella formazione post laurea di medici e di laureati dell’area sanitaria>>.
Il percorso, inizialmente definito ed avviato dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, prevedeva di utilizzare il FSE per finanziare borse di studio aggiuntive tanto per gli specializzandi non medici iscritti alle scuole di specializzazione di area sanitaria, quanto per i medici iscritti al corso triennale di formazione specifica di medicina generale. Successivamente, il principio è stato esteso anche per la formazione medico specialistica. Infatti, qualora la proposta dei Giovani Medici (SIGM) trovasse accoglimento presso tutte le Regioni “Obiettivo convergenza” (Calabria, Puglia, Sicilia, oltre che la citata Campania), se ne potrebbero giovare tutte le Regioni e le sedi Universitarie del Paese, nell’ottica di una complessiva ridistribuzione dei contratti ministeriali attualmente finanziabili.
Roma, 13 feb. (Adnkronos Salute) - Non solo errori e negligenze.La sanità italiana è fatta di ben altro: medici che si impegnano per far nascere bambini e salvare vite. È il messaggio dello spot del Collegio italiano dei chirurghi dal titolo 'I Chirurghi per la tua salutè, che di fatto replica alle pubblicità che invitano a chiedere risarcimenti per presunti errori medici, e che tanto hanno indignato in questi mesi la categoria. Il video, della durata di quasi due minuti, mostra medici e chirurghi che fanno nascere bambini, che sono presenti durante una malattia, dopo un incidente, o in azione per salvare vite umane, mentre sullo schermo scorrono frasi che spiegano come spesso i chirurghi siano costretti a prendere decisioni urgenti e importanti in sala operatoria. Non a caso, la frase conclusiva dello spot è: «Ogni chirurgo opera per la tua salute, per la tua vita». Lo spot 'traducè in immagini quanto affermato dal presidente del Cic, Nicola Surico: «C'èun bisogno profondo di recuperare il rapporto di fiducia tra medico e paziente, il desiderio di riprendersi una dignità professionale per troppo tempo sottrattaci, la voglia di vedere i nostri giovani affrontare con passione una scelta difficile. Questo ci ha spinto a realizzare un nostro spot professionale a firma di tutte le società che afferiscono al Collegio».
GIOVANI MEDICI (SIGM): L’ACCESSO PROGRAMMATO A MEDICINA E’ UN VALORE DA PRESERVARE.
MA E’ NECESSARIO TROVARE UN NUOVO SISTEMA PER CONCILIARE IL DIRITTO ALLO STUDIO E LA TUTELA DEL DIRITTO ALLA SALUTE DEI CITTADINI. CHIEDIAMO L’IMMEDIATA ISTITUZIONE DI UN TAVOLO INTERMINISTERIALE CHE INDIVIDUI GLI STRUMENTI DA ADOTTARE PER EFFETTUARE UN’ADEGUATA PROGRAMMAZIONE DEL FABBISOGNO DI PROFESSIONALITA’ MEDICHE E STUDI
<<Il numero programmato per l’accesso a medicina è un valore e come tale va preservato. Ma i recenti pronunciamenti dei TAR, unitamente alla sanatoria adottata dal Parlamento sul “bonus maturità”, impongono una riflessione circa una riconfigurazione tanto del contingente quanto delle modalità che regolamentano gli accessi ai corsi di laurea in medicina>>. E’ questa la posizione dell’Associazione Italiana Giovani Medici (SIGM), che, pur rispettando le sentenze dei tribunali amministrativi e le iniziative assunte dal legislatore, esprime viva preoccupazione per la messa in discussione dell’intero impianto dell’accesso programmato a medicina, per le sue ricadute sia sulla salute dei cittadini che sulle prospettive formative ed occupazionali dei futuri medici. Infatti, quello della formazione medica pre e post lauream, rappresenta l’unico ambito in cui il diritto allo studio dello studente deve trovare un punto di equilibrio con la tutela del diritto alla salute del cittadino. L’addestramento professionale del medico, che è garanzia della tutela della salute del paziente, si fonda su un percorso formativo caratterizzato da un ottimale rapporto docente/studenti e sulla disponibilità di un’adeguata casistica clinica, reperibile all’interno delle strutture assistenziali. E tale casista non è illimitata, per quanto presenti potenzialità di ampliamento attraverso l’effettiva implementazione di reti formative integrate tra Università, Territorio ed Ospedale. Il sistema dell’accesso programmato in linea di principio garantisce tali condizioni e, pertanto, va salvaguardato. Peraltro, osservando i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità relativi al rapporto tra medici e popolazione assistita, si evidenzia come l’Italia sia uno dei Paesi con il rapporto più alto nell’EU (3,9:10.000, con una media EU che si attesta a 3,2:10.000, per l’anno 2010), dato che richiama ulteriormente l’attenzione sul tema della programmazione delle risorse umane del settore sanitario. A maggior ragione perchè ai giorni nostri si deve tenere in debito conto anche il tema della compartecipazione di competenze professionali coi profili non medici. E’ necessario, pertanto, avere un approccio di sistema per effettuare un’adeguata programmazione del fabbisogno di professionalità mediche, non limitandosi agli aspetti quantitativi, ma avendo almeno pari attenzione per quelli qualitativi. Il progressivo invecchiamento della popolazione, unitamente ai mutati scenari epidemiologici, impongono il superamento del modello ospedalo-centrico nel sistema integrato territorio-ospedale, rispetto al quale molte Regioni tardano ad adeguarsi.