Care Colleghe e cari Colleghi,
con soddisfazione, visto l’intenso lavoro svolto a supporto in questi ultimi due anni, vi comunichiamo che è stato emanato il “Decreto interministeriale recante gli standard, i requisiti e gli indicatori di attività formativa e assistenziale delle Scuole di specializzazione di area sanitaria” (scarica allegato) con il quale si supera la distinzione di appartenenza universitaria od ospedaliera e si abbandonano quei criteri fin troppo a maglie larghe (es. scuole aperte in virtù della mera autocertificazione di spazi e strutture fisiche, personale, etc.) per approdare a una valutazione di performance attraverso un set di specifici indicatori di qualità assistenziale e di produzione di ricerca scientifica. L’obiettivo? Misurare costantemente dimensioni quantitative che possano fungere da proxy di qualità formativa (come avviene nei principali sistemi sanitari evoluti). Il nuovo articolato di decreto quindi permetterebbe da subito di risolvere problematiche croniche che vedono ad oggi, nei casi più patologici, la presenza in Italia di scuole di chirurgia generale senza casistica operatoria ovvero di scuole di ginecologia e ostetricia senza un punto nascita ovvero di scuole di medicina di emergenza e urgenza senza DEA di II livello (e la lista potrebbe essere molto più lunga).
Grande è la soddisfazione poiché la nostra associazione negli ultimi due anni ha svolto un intenso lavoro a supporto delle attività dell’Osservatorio Nazionale sulle Formazione Medica Specialistica, anche grazie alla propria rappresentanza in seno a quegli organi (lo stesso Osservatorio Nazionale in primis e, successivamente, anche nel CUN) dove le proposte sono circolate e si sono alla fine concretizzate nel documento finale. Ora è nostra preoccupazione e sarà nostro impegno difendere il lavoro da possibili azioni e pressioni tese a ridurre l’impatto delle novità da parte del mondo accademico universitario pronto a chiedere deroghe – com’è già successo in altro ambito, ad esempio per quanto riguarda il concorso di specializzazione, nella seduta del 18 maggio del CUN quando la componente dei docenti universitari ha votato a maggioranza senza il sostegno degli studenti una mozione contraria ad alcune modifiche del concorso nazionale per l’accesso alle scuole di specializzazione di area medica (leggi qui).
Il rischio, a questo punto, è soltanto nella possibilità che si richiedano deroghe da parte di Atenei e organi accademici. Deroghe che, chiediamo fermamente a MIUR e Ministero della Salute, non dovranno essere prese in considerazione se veramente si vuole cambiare per migliorare.
Difatti, già nell’incontro col Ministro Sen. Fedeli dello scorso 9 febbraio abbiamo manifestato l’importanza e l’urgenza di applicare il nuovo impianto di accreditamento che permetterà finalmente di avere livelli qualitativi a norma di legge e di utilizzarte non soltanto la rete degli ospedali universitari (principalmente policlinici) ma anche le strutture ospedaliere territoriali.
Ora alla vigilia del nuovo concorso chiediamo con forza che venga attuato da subito il nuovo sistema senza deroghe o slittamenti, che i tempi per il nuovo concorso siano certi e rapidi, e che ci sia massima collaborazione tra MIUR, Università e altre istituzioni per applicare a norma di legge le modifiche ai livelli formativi di ogni singola scuola di specializzazione così come richiesto dal nuovo decreto interministeriale.
Allo stesso modo chiediamo che da subito vengano riattivati ed implementati anche strumenti già esistenti quali i meccanismi di verifica bottom-up come le site visit e i questionari nazionali di valutazione della qualità percepita (strumento lo scorso anno vicariato dal progetto SIGM www.valutalatuascuola.net).